2.7.07

Alitalia e la finanza creativa

Torno a postare per parlare del nuovo caso di magia finanziaria che ci allieterà per le prossime settimane più di uno spettacolo di Silvan: l'asta per la vendita di Alitalia.

Nei giorni scorsi si è sfilata dall'asta Aeroflot, denunciando ingerenze politiche che non gli avrebbero permesso una partecipazione paritaria con altri pretendenti (ovvia, con un altro pretendente).

Poco dopo il nuovo fenomeno imprenditoriale Toto, AD di Air One (senza accenti, please) annuncia che -casomai vincesse lui l'asta- c'e' da tagliare di brutto: almeno 2350 esuberi tra piloti, assistenti di volo e personale di terra. Un piano preciso, pare che l'uomo sappia il fatto suo.

Ca##o, deve vincere lui!

Ma nessuno parla di Air One, ne' di come caspita si stia attrezzando per una offerta che vale un par di milamilioni di Euro e spicciolame.

Un buon inizio per rispondere -not for dummies, capisco: c'e' da impegnarsi uno zinzinino- e' qui

In sostanza, abbiamo un'azienda (Air One) che a dicembre 2006 vale 55 milioni di Euro, e che non ha i soldi (100 milioni di Euro, una miseria) per iscriversi alla pre-asta. I ghelli glieli prestano le banche, ma rimane il problema di come caspita far fronte all'acquisto della compagnia di bandiera con un valore aziendale si' ridicolmente basso.

Semplice: a fine 2006 Toto (sempre senza accento) decide che Air One e' aumentata un pochino di valore: non piu' 55 milioni di Euro, bensi' 820 (ottocentoventi, si, non e' un errore). Come ho detto, un aumentino insignificante, anche considerando che il nuovo valore corrisponde a circa 110 volte l'utile operativo dell'azienda. E tutto (Et voilà, siore e siori! Non c'è trucco, non c'è inganno!) senza apportare un centesimo di capitale, solo rivalutando! Ma siamo nel paese della finanza creativa, e più creativo di questa roba in effetti c'è poco.

Fatta la rivalutazione siamo quasi a posto: in caso di vittoria all'asta Toto conferisce ad Alitalia il 100% di Air One (ossia, secondo lui e Harpo Marx: 820 milioni di Euro di soldi -del Monopoli-). Il resto, cash (forse), ce lo mettono i soci finanziari.

In sostanza, abbiamo un nuovo Tronchetti Provera, che senza tirare fuori una lira si raccatta un'azienda che e' si sull'orlo del fallimento, ma insomma, ha sempre qualche speranza di sopravvivere, ha rotte, qualche aereo sempre in buone condizioni e almeno una decina di hostess gnocche.

Se poi te la porti a casa a praticamente ZERO Euri, val la pena di tentare il colpaccio...

Per chiudere in bellezza, c'e' da sottolineare il colpevole silenzio del governo. Si teme forse la svendita di un pezzo di paese a un anonimo fondo pensioni americano ("Non sia mai!" penseranno Giordano e Pecoraro), i tagli ancor piu' sostanziali alla forza lavoro che ne potrebbero derivare e -di conseguenza- le lotte sindacali all'ultimo sangue.

Ma c'è anche l'assordante silenzio dell'opposizione, zitta e muta come non mai. Anche i cagnacci leghisti tacciono sulla questione.

Perché?

Mi si dice (mio cuggino) che un motivo potrebbe essere la -come dire?- vicinanza di Tremonti ad Air One.

Ma non ci voglio nemmen pensare. E quindi giro -al termine dello sproloquio- la domanda ai due lettori che casualmente si imbattessero in questo scritto.

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