27.3.10

Chiesa sotto assedio?

Oltre a Silvio e le sue balle quotidiane sparate a coppiole finche' non diventan dispari, l'attenzione dei media in questa settimana e' catturata dal montare inarrestabile dei casi di pedofilia da parte di preti e prelati vari in giro per il mondo.

Ora, secondo me e' inutlie per il Papa o la CEI sbraitare che loro non coprono nulla, e che i casi sono isolati.

In realta', la copertura da parte delle alte sfere vaticane e' la regola in casi del genere. In Italia lo scandalo non e' ancora uscito nella sua interezza sui media, ma basta fare una ricerchina sulla Rete,e si scopre che nella sola Toscana ci sono almeno tre casi eclatanti di preti accusati da decine di persone (a volte, purtroppo per anni) e "trasferiti  altre comunita', affinche' la gente che li accusava non avesse piu' a ricordarsi di cio' che aveva subito. Vien da se che in molti casi il trasferimento del prete comportava -vedi tu i casi della vita- il trasferimento dei casi di pedofilia.

In sostanza, la Chiesa si è arrogata il diritto di sostituirsi allo Stato nel giudicare comportamenti di una rilevanza penale assoluta. E questo è il primo problema enorme che però è specifico del nostro paese.

Il secondo viene fuori quando un Gesuita, Federico Lombardi, spiattella i freddi numeri dei casi di pedofilia tra i preti e quelli tra i laici, per concludere che i secondi sono almeno UN ordine di grandezza in più dei primi. Beh, ragazzi: capisco che la scienza sia una roba del dimonio, ma quando si tirano fuori i numeri, sarebbe il caso di fare due controllini. Qualcuno ha fatto due conti, usando i numeri di Lombardi. Spero non stupisca nessuno il fatto che i risultati percentuali dimostrano come i casi di pedofilia tra i preti sono QUATTRO VOLTE di più che tra la gente "normale".

Ora, fossi io il Papa mi chiederei se c'è una spiegazione razionale al fenomeno (ma può un Papa chiedersi se esiste una spiegazione razionale ad un fenomeno? Boh...).

Inizierei a verificare se tra i Rabbini, o tra i Pastori protestanti c'è la stessa incidenza di pedofili che tra i preti, poi -nel probabile caso in cui tali percentuali siano significativamente differenti- mi chiederei se (a parte il libro sacro di ciascuna religione) ci sono differenze eclatanti tra le tre categorie.

 

A me ne viene in mente subito una:

I Rabbini e i Pastori protestanti si sposano. I preti no.

 

BP

Posted via web from panofski's posterous

20.3.10

Numerologia

Hat trick ad Alessandro Gilioli, giornalista e seguitissimo blogger col suo "Piovono rane". Il post di oggi e' una impietosa documentazione del raduno pidiellino voluto da Silvio Magno in Piazza San Giovanni. Bellissimo il raffronto con i komunisti del primo maggio, fotografati nella stessa piazza dallo stesso balcone.

Aspettiamo trepidanti un ricorso al TAR, e un DL interpretativo "autentico" che ci spieghi che quelle persone, se contate in fila per tre con resto di due e scappellamento a destra, sono esattamente 1.000.000.

BP

Posted via web from panofski's posterous

19.3.10

I detective selvaggi, Roberto Bolano

Non e' semplice raccontare in mezza pagina questo libro. Iniziamo subito col dire che si tratta di un grand bel libro, scritto in maniera sublime da un genio della penna morto -troppo giovane- pochi anni fa. In realta' "libro" e' una definizione restrittiva: l'opera (assai corposa) somiglia, a seconda delle angolazioni con la quale la si approccia, ora a un ipertesto, ora a un serial televisivo, ora -a giustificare parzialmente il titolo- a un resoconto stenografico di una serie di interrogatori.

"I detective selvaggi" e' diviso sia strutturalmente che come contenuti in tre parti, di cui quella centrale -piu' corposa- divide la prima e l'ultima che a loro volta sono temporalmente consecutive e scritte in forma di diario. La parte di mezzo, invece, e' postuma, ed e' una raccolta di interviste/testimonianze rese in prima persona da una serie di personaggi, alcuni dei quali abbiamo conosciuto o conosceremo in testa e in coda al libro, attraverso il racconto personale di Juan García Madero.

Detta cosi' sembra un bordello guatemalteco; in realta' il libro cattura l'attenzione dalle prime frasi, e riesce a tenere avvinto il lettore ad una storia che di per se e' solo un prestesto per parlare dei due protagonisti: Ulises Lima e Arturo Belano (evidentemente alter ego dell'autore). Eccezionale la bravura di Bolano nel cambiare registro -nella parte centrale- ad ogni cambio di personaggio che racconta: parole, frasi, intercalari diversi si alternano sulle pagine, tanto che sembra di sentire le voci di ciascuno, tutte differenti e tutte caratteristiche del proprio personaggio.

La vita dei due si dipana tra Messico, Europa, Africa e Medio Oriente in un tourbillon caotico e apparentemente (?) senza un motivo razionale, alla ricerca di un senso da dare alla propria vita. Senso che all'inizio e' la maniacale ricerca di Cesàrea Tinajero, fondatrice -grazie ad un'unica poesia andata perduta- del movimento poetico del Realismo Viscerale, che i due vogliono rifondare. Nella parte centrale del libro -che, lo ripeto, e' temporalmente successiva all'ultima- amici e conoscenti di Lima e Belano parlano dei due e del loro peregrinare spesso senza alcun senso apparente in luoghi e situazioni disparate.

Sembra un caos primevo, ma e' davvero un capolavoro. Che ha dato origine all'opera piu' osannata di Bolano: 2666.

 

BP

Posted via web from panofski's posterous

18.3.10

Allora, ricapitoliamo...

Quest'uomo qua doveva semplicemente portare un pacco di carta in un luogo, qualche settimana fa, ed arrivare alle 12.

Nun g'naa fatta, per i seguenti motivi (SUE parole, in tempi differenti):

  • "Era presto, so' uscito e ho approfittato pe' magna' quarcosa, poi con tutta tranquillita' so' rientrato". Alle 12,39.
  • "No, er mi' collega c'aveva er fijo ìn machina, e gl'ha telefonato c'aveva un po' di temperatura, e allora siamo andatia  controlla'". E anche qui ci han messo quell'oretta buona che serve per leggere con accuratezza un termometro digitale.
  • "So' arivato all'11 e mezzo, mi so' messo in fila, e quanno stava a me li radicali se so' stesi in tera e nun m'hanno fatto passa'. Oh, io c'ero!". Si, certo: alle 12,39.
  • "Ero in fila, e m'hanno aggredito! Botte, spintoni! Ho fatto 'na denuncia contro ignoti, c'avevano er volto coperto!".

Ora, io capisco che la gente in questo paese si sia bevuta di tutto -non ultimo, in molti casi, il proprio cervello-, ma di fronte all'intervista rilasciata a caldo il giorno stesso non credo ci siano santi che tengono: Milioni e' arrivato tardi per colpa sua. O meglio: per colpa di chi gli ha telefonato per modificare un nome (o piu' di uno) sulla lista del PdL a Roma.

E Silvio: la prossima volta che devi inventarti delle minchiate per il tuo elettorato per spiegare la cappellata di un esponente del tuo partito, fai il piacere di imparare dal maestro.

 

BP

Posted via web from panofski's posterous

10.3.10

noiseFromAmeriKa : Lettera aperta a Pier Luigi Bersani

NoiseFromAmeriKa e' uno dei miei blog preferiti.
E questa lettera aperta a Pierluigi Bersani e' la prova che i "ragazzi" dagli USA hanno le idee chiare. Pensiero mainstream? Non lo so, sospetto di no, ma francamente m'importa una sega: quello che e' scritto qua sopra e' sottoscrivibile al 100%.

BP

Posted via web from panofski's posterous

Simone Angioni - Skeptic Blog: Analisi delle scie di condensazione

Uno dei cavalli di battaglia dei complottisti è da qualche anno l'argomento delle "Scie Chimiche", o "Chemtrials". Le persone normali le chiamano "Contrails", e sono semplicemente scie di condensa formate dai gas di scarico dei motori degli aerei.

Simone Angioini ha tirato fuori una serie di analisi dirette ed indirette che cercano di dimostrare che le "scie chimiche" altro non sono che gas di scarico e vapore acqueo. Sospetto che per i complottisti sia solo un'ulteriore prova del coverup globale...

BP

Posted via web from panofski's posterous