31.8.10

Basta: mi sono rotto i coglioni

...Di sentire dire da ogni parte che destra e sinistra in Italia sono uguali, quindi lunga vita a Berlusconi. Che ovviamente nessuno ammette di aver votato, ma anche se fosse che male ci sarebbe? E' uguale a Prodi, no? Pero' mica l'ho votato, io, eh! Che credi?!
 
...Di leggere stronzate su come Prodi avrebbe, durante il suo governo, fatto con Gheddafi esattamente le stesse cose che ha fatto nei giorni scorsi Berlusconi, tendone in pieno centro di Roma (l'anno scorso, quest'anno pare fosse un po' piu' decentrato), modelle pagate e trenta cavalli berberi da accudire compresi.
Se vi viene in mente di pensare che di circhi berberi non c'e' stata traccia, durante i governi Prodi, vedrete che l'articolo prosegue con l'ovvia constatazione che in ogni caso (in ogni caso!!!) anche al tempo di Prodi si facevano affari con i Libici. E grazie al cazzo, dico io. Gas e petrolio da qualche aprte li dobbiamo comperare. Dipende se nel prezzo e' compresa anche la rinuncia alla propria faccia per due o tre giorni...

...Di sentire che questo governo ha fatto, in tema di leggi ad personam, esattamente quanto ha fatto il centrosinistra, anzi: forse un po' meno.
Se si osa far domande su quali stracazzo di leggi ad personam sarebbero state fatte dai governi di sinistra, esce una depenalizzazione di non so cosa (forse abigeato?) di cui avrebbe potuto usufruire Prodi, ma poi si scopre che non l'ha fatto, ma in ogni caso e' uguale, no? Se si chiede un secondo esempio esce fuori un borbottio da pentolone di polenta taragna scotta, e un accenno al fatto che comunque erano comunisti, poi l'interlocutore inizia a parlare delle tette della Carfagna e ti chiede se la sinistra puo' vantare qualcosa di simile. La risposta corretta in questi casi, ve lo dico adesso, e' "si, posso vantare il budello di tu' ma' vestito da pirata". Non vi abbassate a tirare una coppiola di cazzotti nel ghigno del tapino: potrebbe giovarsene il suo profilo, dopo l'intervento del chirurgo plastico.

...Di leggere il lunedi' su un giornale qualsiasi di proprieta' del nostro Presidente del Consiglio -o di qualche suo amico- i lamenti del Direttore sulle intercettazioni pubblicate dai giornali della sinistra in pieno spregio alla privacy, e il giorno dopo -sullo stesso giornale, ovvio- una cassettata di intercettazioni rubate mesi o anni addietro ad uno dei numerosi avversari del padrone senza ovviamente alcun accenno al fatto che anche in quel caso la privacy e' andata a puttane.

...Di ascoltare alla radio o alla televisione che la sinistra la deve smettere di criticare la destra per le candidature di veline, modelle e starlette varie, visto che ha cominciato proprio la sinistra a candidare esponenti del mondo della cultura come Gino Paoli. Come se Gino Paoli avesse la stessa esperienza di MariaStella Gelmini o di Barbara Matera o Angela Sozio... no, dico in campo politico, cosa avete capito?

...Di sentire, insomma, stronzate assurde tirate fuori da due categorie di persone:

  • gli idioti -che si possono scusare, perche' la natura e' stata matrigna con loro-;
  • gli opportunisti finti furbi che si trincerano dietro distinguo ridicoli e scuse non richieste per sostenere la loro idea che la destra italiana sia il migliore dei mondi possibili, dopo Paperopoli e Gotham City.

A questa seconda categoria appartengono molti "opinionisti" di grido: dai portavoce del padrone (Bondi, Cicchitto e Capezzone), ai giornalisti pseudo-moderati (Vespa, Forbice, Cruciani, Minzolini e compagnia).
Spesso 'sta gente e' solo pagata molto bene, gli importa una sega della politica e del fatto che fanno la figura del leccaculo adorante: tutto ha un prezzo, per quelli che non hanno dignita'. Quello che fa incazzare e' che in questi casi i prezzolati si professano "super partes". E mai scusa non richiesta e' indizio chiaro di colpevolezza.

A tutta 'sta gente il mio sentito"Basta, ci avete veramente sfranto i maroni. Potete convincere gli idioti, i coglioni, i teledipendenti e anche i grillini. Io preferisco non votare, e vorrei evitare anche di sentire le cazzate che dite. Ma purtroppo avete riempito talmente la tv, la radio, i giornali, che e' del tutto impossibile evitarvi. Mi sia allora permesso mandarvi affanculo, ogni tanto".

BP

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26.8.10

Coerenza

"Diconsi quattordici anni. Durante i quali la Rai ha mantenuto gli antichi
privilegi (canone, diretta, deficit ripianato dallo Stato) e la Fininvest ne
ha scippati vari per sé, complici i partiti, la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli
e il Pci, con la loro stolida inerzia, e il Psi con il suo attivismo
furfantesco, cui si deve tra l'altro la perla denominata 'decreto Berlusconi'
cioè la scappatoia che consente all'intestatario di fare provvisoriamente i
propri comodi in attesa che possa farseli definitivamente. Decreto elaborato
in fretta e furia nel 1984 ad opera di Craxi in persona, decreto in sospetta
posizione di fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una
repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato
cancellato dalla magistratura in un soprassalto di dignità e che invece in
Italia è ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi genitori siano
morti suicidi per la vergogna. Niente. Non soltanto non sono morti, ma sono
ancora lì, in piena salute, a far danni alla collettività, col pretesto di
curarne gli interessi, interessi che sarebbero gli stessi, secondo loro, del
dottor Silvio di Milano due, il quale pretende tre emittenti, pubblicità
pressoché illimitata, la Mondadori, un quotidiano e alcuni periodici. Poca
roba .Perché non dargli anche un paio di stazioni radiofoniche, il
Bollettino dei naviganti e la Gazzetta Ufficiale, così almeno le leggi se le
fa sul bancone della tipografia? Poiché nemmeno il garofano, pur
desiderandolo, ha osato chiedere tanto per l'amico antennuto, cosa che
avrebbe impedito ogni spartizione per esaurimento del materiale da spartire,
eccoci giunti allo sgradito momento della resa dei conti: il varo dei
capolavori di Mammì, che non è il titolo di una canzonetta, ma il ministro
delle Poste, colui che ha scritto sotto dettatura il testo per la disciplina
dell'etere"

 

 

Vittorio Feltri (L'Europeo, 2 agosto 1990).

 

BP

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Direi che ci siamo. No?

;->

BP

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19.8.10

Fiorentini, flagello delle genti

Firenze e' una gran bella citta', piena di storia e monumenti. Piena anche di macchine in tutti i buchi, e ora c'han messo anche il tram cosi' sono al completo.<br>Ma Firenze e' stracolma soprattutto di fiorentini.<br> 'Sta gente qua e' bravissima a vivere tra Sesto Fiorentino e Incisa Valdarno, ma come si muovono si dimostrano del tutto inadeguati e massimamente rompicoglioni. Non parlo di gente come la Fallaci, o Zeffirelli, o anche Denisse Verdini, o AntonioStranocristianoSocci. No: proprio il fiorentino del popolo, il "normale", e' quello che fa piu' danni a se, alla sua citta' e soprattutto agli altri.

Per "altri", in Toscana, si intende ovviamente "il resto delle citta' toscane", e in buona sostanza la Toscana costiera (i senesi si picchiano tra di loro per il palio, di aretini famosi dopo Piero c'e' Pupo e quello che mangiava i gatti su Rai1, i grossetani sono in pratica dei laziali del nord, i pistoiesi una infiltrazione). I fiorentini infatti sono usi, d'estate, a migrare come le locuste in cerca di un fresco refrigerio che possono trovare o sulla costa, o sui monti dell'appennino toscoemiliano (dell'Amiata m'importa una sega: li' mangiano i gatti in umido...).<br> In ogni caso, arrivati al luogo di ristoro, il fiorentino tipico si distingue immediatamente da qualsiasi altro essere vivente appartenente alla specie Homo sapiens per la sua totale ingoranza dei comportamenti da tenere in luoghi a lui alieni come la spiaggia e i boschi.

Verso il mare, intasa tutte le arterie che portano ad ovest, sia al mattino che alla sera, provocando code laocoontiche a tutti i caselli. Sulla spiaggia si rosola al sole come un roastbeef: poco olio, una abbrustolita da tutti i lati e poi via andare. Se entra in acqua, si puo' essere certi che ogni residuo fecale nel raggio di 300 metri sia di sua produzione. <br>E -soprattutto- ha la capacita' di rappresentare quasi l'80% degli affogati della costa toscana. Questa tragica evenienza ci ricorda ogni estate come la Natura, lungi dall'essere matrigna, si ricorda di vendicarsi.

Sui monti la cosa si ripete piu' o meno identica nella parte del viaggio (strade intasate a ogni ora del giorno e della notte). Arrivato sull'appennino, il fiorentino ha vari modi per nuocere agli altri e a se stesso. Principalmente si immola su ferrate a lui vietate, e su ghiaioni scivolosissimi. Ma da il peggio di se in periodo di funghi. In un bosco dove "dice facciano i porcini" il fiorentino ara e sarchia una superficie di almeno 5 Km quadrati al giorno, senza l'ausilio di strumenti meccanici se non la sua piccozza da scalata in solitaria al Cervino (strumento del tutto inutile in un contesto boschivo, sia detto senza astio). Il risultato e' che tutte le forme di vita in quella zona vengono terminate.Qua sotto una foto di un bosco prima che vi passassero i fiorentini:

Mi pare inutile dire che il sacchetto di plastica del fiorentino (lui non conosce l'uso del cesto di vimini) si riempie di tre funghi-tre: una amanita verna e due champignons ricavati dal cassonetto vicino al ristorante "Da Adelmo - porcini tutto l'anno". Il risultato finale e' che il 60% degli intossicati da funghi velenosi, in Italia, e' rappresentato da fiorentini. <br>E anche qui abbiamo una prova diretta di quanto possa essere stronza, la Natura, se solo gli si fanno girare i coglioni.

O se si ha la sventura di essere fiorentini.

 

BP

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6.8.10

Grafici autoesplicativi

Una pie chart che ci spiega senza mezzi termini quali sono le drammatiche conseguenze dei matrimoni tra omosessuali.

BP

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3.8.10

Il giallo scandinàvo (o scandìnavo, vai a sapere...)

[nota: l'inutile pezzo che segue contiene uno spoiler che riguarda l'opera piu' famosa di Lazlo Olaffson -o come Cristo si chiamava quello scrittore svedese morto giovane che ha scritto la trilogia "Centurion" (mi pare)-. Siete avvisati, eh?]

L'idea di fare un pezzo come questo mi era venuta un po' di tempo fa, poi la lettura di questo post di Negrodeath (che tra gli altri difetti che annovera e' pure di Viareggio, e non dico altro) mi ha spinto a non posticipare piu'. E quindi vi tocca questa trattazione analitica e strabordante del fenomeno del momento (o del decennio), dell'unico genere di libro che oggi come oggi si vende come il pane o come la coca a Lambrate: il giallo scandinavo. L'accento mettetelo dove vi pare, la sinossi di un giallo scandinavo qualsiasi ve la spiego io. Debbo dire che rispetto a Negro io parto avvantaggiato dal fatto di poter disquisire di roba che ho letto; non mi baso quindi su una fugace e rapida occhiata data alla quarta di copertina di libri raccattati a caso alla Feltrinelli di Pisa, ma parlo per esperienza personale. Insomma: ho letto almeno dieci gialli scandinavi di almeno dieci autori differenti, e senza alcuna pistola alla tempia. In ultima analisi, sono un masochista recidivo. E sto parlando di difetti che tutti possono conoscere...

Dunque, per seguire proficuamente la trattazione dovreste aver letto almeno un giallo svedese/norvegese/danese. La Finlandia pare non sia Scandinavia, e la Groenlandia ovviamente si (ma non mi viene in mente nessuno scrittore Groenlandes ...Groenlandian... insomma di quel posto la').
Ah, si dibatte sulla posizione dell'Islanda, ma francamente ho gia' sprecato l'80% della lunghezza di un mio pezzo medio in bischerate, e' l'ora di andare alla sostanza. Allora, per comodita' faccio finta che tutti i miei due lettori abbiano letto "Uomini che odiano le donne", di Coso Svensson (o Tizio Gustaffson). Se avete visto il film, e' piu' o meno uguale. Se non avete visto il film, ne' letto il libro potete proseguire, ma -vi avverto- saprete immediatamente che il colpevole e' Martin Vanger, il nipote che sembra un idiota e invece si e' pure violentato sua sorella, da giovane. Ecco, lo sapete. Allora iniziamo sul serio.

La prima caratteristica del giallo scandinavo e' che e' ambientato in Scandinavia. Il che può sembrare assolutamente logico, e fa apparire in superficie l'inutilita' di questo post e l'idiozia del suo estensore. Puo' essere pure vero, ma il confinare l'azione in una penisola, seppur grande, non e' indice di grande apertura mentale. Nel libro che abbiamo preso ad esempio i protagonisti si muovono come mosche senza testa in luoghi dai nomi impronunciabili, ricchi di segni fonetici alieni come i due puntini sopra alcune delle "A" e delle "O", o quel cerchietto che a volte appare su una "A", o le "O" tagliate in diagonale... Nessun essere umano nato e cresciuto al di sotto di Lubecca ha la minima idea di come si pronunciano 'sti toponimi (Gävleborg, Härjedalen, Procul Harum! Eh? PUPPA!!!!), per cui ci si ricorda Oslo, Stoccolma e forse Brondby (ma solo perche' c'e' una squadra di calcio), il resto e' buio pesto.
Ma anche il peggior scrittore di gialli scandinavi ha in mente che dopo le colonne d'Ercole del Kattegat ci deve pur esser qualcosa; nel libro che abbiamo preso ad esempio, ad esempio, (ripetizione fortemente voluta) i protagonisti si lanciano in un paio di viaggi sfrenati verso l'Inghilterra e l'Australia. Ora, soprattutto la seconda meta e' abbastanza cruciale per il plot del romanzo, ma l'ineffabile Caio Pattersonn o chi per lui ci diletta di questi luoghi ameni solo per una decina di pagine scarse su circa ottocento che compongono il libro. E mi pare un po' pochino, via... Insomma: gli scrittori di gialli scandinavi sono tronfiamente orgogliosi delle loro terre, e non conoscono per nulla la geografia del resto del mondo. Questo e' un dato di fatto.

 

La seconda caratteristica dei gialli scandinavi e' che i protagonisti (un paio di serque almeno, con nomi simili a quelli dei luoghi in cui vivono) hanno divorziato almeno due volte prima di legarsi all'attuale compagno/a. E' evidente che nel frattempo si sono riprodotti almeno una volta (in genere durante il primo matrimonio). Il risultato finale e' una serie di famiglie che definire "allargate" e' -come dire?- un understatement, tanto che il soggetto psichicamente piu' stabile risulta essere quasi sempre il cane di casa.

La terza, imprescindibile, caratteristica di ogni giallo scandinavo che si rispetti e' che ci deve essere almeno una protagonista lesbica. Se ce ne sono due, una e' di sicuro bisessuale. Transessuali e gay possono esserci o no, ma la lesbica non manca mai. Vi sono casi in cui la scrittrice taglia la testa al toro e risolve il problema alla radice: la lesbica e' lei, e non pensiamoci piu'. E' strano ed inspiegabile come in nessun giallo scandinavo che ho letto vi siano protagonisti transgender. (Segnalare la cosa all'ARCIGay).

Quarto must have: almeno uno dei protagonisti ha subito un trauma infantile che spieghera' almeno uno dei misteri del libro stesso.

Quinta caratteristica peculiare dei gialli scandinavi: gli scrittori fanno marchette ogni mezza pagina. Otto Ottosson, di cui stiamo presentando il capolavoro, cita tutti i device Apple che vi possono venire in mente (chi ha mai visto un Newton? C'e', Cristo! C'e'!!). In un altro libro il protagonista ha un orologio Seiko che va chiamato "Seiko", perche' "orologio" e' troppo generico. Se qualcuno fuma (ho detto "se qualcuno fuma"? Scusate: fumano tutti), non si accendera' una sigaretta, ma una MarlCoro, o una WinsHon, e via andare. Bere Vodka? Col cazzo! O Absolut o niente! Lascio che la vostra immaginazione elenchi i modelli di auto che i nostri cavalieri posseggono. Direi: tutte quelle delle case automobilistiche che han dato qualche soldo al Pekka Pakkinen di turno (nome finlandese, peraltro). 

Sesto e piu' importante elemento caratterizzante: almeno uno dei misteri del libro - e ricordatevi che si parla di un qualsiasi giallo scandinavo- si scopre a pagina DUE (se si e' normodotati), oppure a pagina SETTANTA (per quelli molto duri di cranio). Chi arriva in fondo e non ha capito chi era l'assassino forse farebbe meglio ad estrarre quella roba fatta di carta dal lettore DVD e provare a "leggerla", sempre che capisca di cosa stiamo parlando .

 

Insomma, uno si chiede perche' questi libri vendono parecchio. Secondo me, per due motivi che appaiono antitetici -ma solo agli zucconi testa di marmo, sia chiaro-:

  • la loro complessita' (soprattutto nei nomi, nel numero di personaggi, nelle assurde esperienze che il coprotagonista ha fatto quando aveva sette mesi);
  • la loro semplicita' (quasi tutti riescono a scoprire l'assassino prima che il suo nome venga fatto dallo scrittore).

Detta in estrema sintesi: oggi come oggi se fai credere alla gente che e' intelligente, riesci a vender loro pure la merda in barattolo. E non occorre che sia quella di Piero Manzoni.

[tutto questo, incidentalmente, ha parecchi punti in comune con la situazione politica attuale. Ma credo sia per molti versi un caso.]

 

BP

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