9.2.12

Due e novanta

Gian Alfonso Pacinotti e' meglio noto come Gipi, lo pseudonimo che ha sempre usato per firmare i suoi disegni.

Gipi non fa solo disegni; anzi: come racconta lui stesso e' da un po' (sostanzialmente dalla pubblicazione di "La mia vita disegnata male") che non riesce piu' a usare matite, penne e lapis. Nel frattempo s'e' dato al cinema con ottimi risultati, entra ed esce da Facebook in maniera ossessivo-compulsiva, e scrive -poco- sul suo blog. Scrive poco, ma scrive maledettamente bene, Gipi: e sembra quasi che l'ispirazione che per ora gli manca per disegnare si sia sublimata nella scrittura asciutta e verista di brani come questo qua, ispirato al tragico fatto di sangue di Firenze dello scorso dicembre. Vi metto l'inizio, da film neorealista. Ma leggete il resto, che ne vale la pena:

2,90 €

Ho preso ad andare tutte le mattine a fare colazione in questo barrino. Un barrino, in pisano è un piccolo bar. Ora lo sapete.
A quell'ora, nel bar, che sta su una statale, niente di rustico o romantico, ci sono le persone che vanno a lavorare. Sicuramente ci sono due ragazze che lavorano da una parrucchiera. Almeno tre muratori e un elettricista. Forse un maestro di scuola. Alcuni pensionati, una signora che cammina come un pistolero. 
Non ho parlato con nessuno di loro, sono una comunità, per conto proprio, io sono nuovo.  Entro, mangio i cornetti e bevo il cappuccino. Spesso c'è una lotta per l'unico quotidiano disponibile: il Tirreno.

 

Barney

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