30.4.12

"Il Terzo Reich", Roberto Bolaño (Adelphi editore)

Ennesimo libro postumo dagli sterminati archivi lasciatici da Bolaño, questo "Il Terzo Reich" e' un divertissement in forma di diario che -utilizzando una metafora assolutamente maschile e probabilmente comprensibile ad una ristretta minoranza- ci narra la crisi esistenziale di un giovane tedesco, Udo Berger, in vacanza "di lavoro" in una non meglio precisata localita' balneare della Costa Brava.

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L'interesse del protagonista, e il motivo della sua vacanza (la prima con la bellissima fidanzata) nello stesso albergo nel quale la sua famiglia andava quando Udo era bambino, sono i wargames da tavolo, quelli storici, che ricostruiscono spesso fedelmente le grandi battaglie del passato.

Il gioco che da il titolo al libro e' chiaramente ambientato durante la seconda guerra mondiale, e Udo e' una celebrita' nel ristrettissimo mondo dei fanatici dei wargames, essendo campione nazionale tedesco e influente articolista su numerose fanzines di settore. Lo scopo della vacanza e' scrivere un articolo per una rivista specializzata, in cui Udo spiega la sua variante tattica "invincibile", che permette di portare le truppe tedesche alla vittoria.

Il libro, come gia' detto, e' sviluppato in forma di diario perche' Udo "deve esercitarsi a scrivere". Il susseguirsi dei giorni di vacanza e' scandito dalle calde giornate di agosto, dalla spiaggia assolata e dai pattini a pedali del "Bruciato", un enigmatico e repellente personaggio che noleggia pedalo'. Il "Bruciato" ha il corpo ustionato da chissa' quale incendio, non si sa da dove provenga e spesso dorme in una specie di fortino ricavato dall'affastellamento dei pedalo' alla sera, sulla spiaggia.

Udo e Ingeborg, la splendida fidanzata che ama oziare al sole e odia (quasi teme) i giochi di Udo, incontrano un giorno un'altra coppia di tedeschi -Charly ed Hanna- , ospiti di un albergo vicino. I quattro fanno poi amicizia anche con due inquietanti personaggi del luogo, il Lupo e l'Agnello, sfaccendati e sbevazzoni, che li accompagnano la sera nelle visite a pub e discoteche.

Tra il trascinarsi evidentemente senza senso della storia tra Udo e Ingeborg, il rapporto tra le due coppie e tra le coppie e il Lupo e l'Agnello, l'incontro che ravviva una passione infantile tra Udo e Else, la bella proprietaria dell'albergo, si arriva al dramma della scomparsa di Charly, disperso in mare su uno windsurf. Da quel momento la situazione precipita: Hanna ritorna in patria pochi giorni dopo la scomparsa di Charly, lasciando Udo e Inge ad aspettare l'oramai inevitabile ritrovamento del corpo dello scomparso. Anche Inge, dopo qualche giorno, torna a casa e Udo rimane da solo a cercare di circuire Else, a fare sesso svogliato con una cameriera piu' disponibile rispetto alla sua titolare, e ad insegnare a giocare a "Terzo Reich" ad un sorprendetemente interessatissimo "Bruciato". Il quale si dimostrera', nella estenuante partita che riempie in sostanza la seconda parte del libro, allievo in grado di superare il maestro, sino al ribaltamento delle posizioni iniziali ed alla schiacciante vittoria degli Alleati contro le truppe dell'Asse (in barba alla variante "invincibile" inventata da Udo).

Ad intervallare le giornate sempre piu' balorde di Udo e le serate passate a giocare col "Bruciato", i tentativi di sedurre Else, il dialogo col di lei marito -gravemente ammalato- e le telefonate con l'unico vero amico di Udo, Conrad, subito disponibile a spedir soldi quando gli vengono richiesti, ed a consolare Inge quando la ragazza torna a Stoccarda.

Sullo sfondo, dall'inizio, quell'articolo che Udo deve scrivere e che dovrebbe presentare ad una Convention a Parigi, a dicembre. E proprio la Convention di Parigi rappresenta la fine del libro: Udo e' li, ma nemmeno lui sa perche'. L'articolo l'ha scritto sostanzialmente Conrad, lo presentera' lo stesso Conrad, e Udo non gioca ad alcun wargame da mesi, da quando il "Bruciato" l'ha sconfitto senza appello a "Terzo Reich". La scena finale vede un Udo che mette un po' in ordine lo stand del gruippo di giocatori di Stoccarda, e che poi -semplicemente- se ne va dall'area della Convention, senza fare rumore.

Lieve come e' entrato in scena, il protagonista lascia il palcoscenico. Non senza avere recitato la sua parte, piccola in verita'; e probabilmente non senza avere compreso quanto piccola la sua parte fosse. Ma lascia la storia con la piena consapevolezza che esistono cose piu' importanti che un gioco da tavolo.

Un romanzo "quasi di formazione", scritto dall'Autore alla soglia dei quarant'anni e prima di diventare giustamente famoso, ma un libro che mostra da subito le qualita' di uno tra i piu' grandi romanzieri di questi ultimi anni.

 

Barney

 

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