21.6.12

Ho visto la luce, ieri

Due volte.

La prima m'e' successo in un'aula di tribunale.

Un locale che avevo visto solo nei film, con il banco per i testimoni, il cancellino che divide la plebe dagli attori della causa, il giudice, la scritta in stampatello dorato "La giustizia viene amministrata in nome del popolo"... che poi sarebbe un passo della Costituzione, ma subito sopra quella scritta campeggiava un Cristo ligneo di buona fattura e di dimensioni adatte a coprire con l'apertura alare delle sue braccia tutta l'estensione della scritta stessa.

A chiarire che si, il popolo va bene, ma Dio magari di piu'.

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Insomma, ero li' perche' convocato a testimoniare in una causa civile tra due aziende con le quali ho avuto a che fare anni fa. Non avevo alcuna idea del motivo per il quale m'avevano convocato, ma siccome la raccomandata mi rammentava che -nel caso non mi fossi presentato- avrei avuto i Carabinieri sotto casa, e avrei anche dovuto pagare una multa, ho ligiamente provveduto a presentarmi -puntualissimo- davanti all'ufficio del giudice che doveva raccogliere la testimonianza.

Ecco: li' ho iniziato a vedere la luce. Esattamente alle 10,55, mentre con gli occhi scorrevo l'infinito elenco delle cause assegnate a quel giudice, e trovavo la mia causa indicata per le 11,00. Ecco, a quel punto s'e' aperta la porta, ed e' uscita una fiumana di persone ed avvocati.

Quelli della causa delle 9,20.

Nove e venti.

Ed erano le undici...

Bene, la faccio breve: alle 12,30 l'avvocato di non so quale parte ha avvertito me e gli altri due testimoni, come me li' dalle 11,00, che la causa sarebbe slittata o alle 15,00 (ma senza alcuna certezza che poi si sarebbe veramente fatto qualcosa), oppure avrebbero convenuto col giudice uno spostamento piu' sostanzioso. E quindi alla fine della fiera ci siamo lasciati con un arrivederci al 20 febbraio 2013. Per una causa per fatti del 2000, iniziata nel 2009 e per la quale manco i testimoni tecnici iniziali (ossia, io che manco so di cosa si stia dibattendo e gli altri due signori a me perfettamente sconosciuti che come me han perso l'intera mattinata) sono stati sentiti.

Ho quindi avuto la certezza di vivere in un paese che -se amministra cosi' la giustizia- mi posso immaginare come conduce le altre cose. Oh, non che ci fosse bisogno di conferme, sia chiaro...

La sera ho quindi pensato di approfittare dell'evento unico e dell'allineamento dei pianeti, e di andare a vedere "The Blues Brothers", per l'occasione rimasterizzati alla sala grande del Palace Hotel:

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E' stata una piacevole serata, devo dire.

Sia per il film che per l'atmosfera da festa che si respirava nel cinema, pieno a meta' di vecchi rincoglioniti come me  che sapevano a memoria la sequenza dei brani e tamburellavano "Boom boom", "Think",o "Sweet home, Chicago" minuti prima della loro venuta in scena, e aspettavano con Twiggy l'arrivo di Elwood al Motel vicino al Palace Hotel, e giovani tredicenni che si sono genuinamente divertiti alle smargiassate di Jake. Un film che probabilmente non ha impressionato piu' di tanto questi giovanetti, ma che e' stato girato nel 1980 senza effetti speciali. Tutte le ottanta auto che si sfracellano da qualche sulle strade dell'Illinois sono vere, ad esempio.

L'unica nota triste e' stata pensare che moltissimi dei protagonisti sono oramai morti.

Da John Belushi a Ray Charles, da John Lee Hooker a Cab Calloway, passando per la stratosferica Aretha Franklin. Fino a Donald "Duck" Dunn, morto un mese fa.

Matt "Guitar" Murphy e' invece fortunatamente ancora vivo, e suona con noi il suo blues standard. Eccolo, da giovanissimo, che ci suona un boogie da antologia:

 

Barney

 

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